Sauron: ben più che un Signore Oscuro


Demoni di EFP ha pensato di aprire una raccolta di analisi di libri e di personaggi.

Cominciamo col celeberimmo e sottovalutatissimo Signore di Mordor! La mia interpretazione è basata sui vari indizi sparsi nei libri di Tolkien.

Considerato dai più un “cattivo perché sì”, che vuole solo dominare perché è malvagio, è in realtà molto di più.

Sauron, in origine, era noto come Mairon (l’Ammirabile), uno spirito al servizio di Aulë, il dio fabbro. Tuttavia, questi provava un grandissimo affetto per i nani, sue creazioni. Probabilmente Aulë riteneva quelle creature il suo capolavoro, e che valessero più di tutti i gioielli che Mairon era in grado di forgiare. Questo gli fece sviluppare un forte astio per le creature “inferiori” e al tempo stesso si sentì sminuito.

Vedendo che il suo talento non era riconosciuto, cominciò ad ambire a essere qualcosa di più. Tale ricerca gli fece sviluppare una grandissima ammirazione nei confronti di Melkor, il valar che mirava al trono di Eru Ilúvatar. Per quanto l’eccessiva ambizione sia da considerarsi qualcosa di sbagliato se prevede di schiacciare tutto e tutti, dall’altra parte queste figure negative erano alla ricerca di un vero modo per esprimere se stesse ed essere qualcosa di più di ciò che era stato deciso per loro.

«Tra i servi del Nemico che hanno nomi, il massimo era lo spirito che gli Eldar chiamavano Sauron, ovvero Gorthaur il Crudele, che in origine era dei Maiar di Aulë e che continuò ad avere grande parte nella tradizione di quel popolo.»

Mairon quindi rappresenta una versione negativa dell’Oltreuomo: sceglie la propria via, non ha bisogno di qualcuno che gli dica cosa è giusto e cosa no, lui costruisce la sua verità. Nel contesto specifico, purtroppo, la sua morale è deviata.

La sua ricerca della grandezza (e anche della bellezza, ricordiamoci che i balrog e i draghi, servi di Morgoth, sono creature spaventose ma splendide d’ammirare, inoltre Mairon era un fabbro straordinario) lo porta a unirsi alle schiere del male. Melkor segue una via simile, dato che è ossessionato dai Silmaril, espressione della pura luce e quindi della bellezza infusa dal Creatore.

La ricerca rende Sauron sempre più superficiale e chiuso di mente, non riesce a vedere la bellezza del disegno di Eru e delle potenzialità insite nelle creature “inferiori”. Sottovaluta i Nani, credendoli facili da irretire come gli Uomini (e questo si ricollega al disprezzo che doveva provare per loro) e concentra il proprio pensiero sugli Elfi. Il piano in effetti riesce e forgia gli Anelli del Potere. Ed è qui che si vede la genialità di Mairon: consapevole della propria superficialità e proiettando il suo stesso difetto sulle creature mortali, fa sì che l’anello più potente sia anche il più semplice.

Dopo la sconfitta del suo signore, le macchinazioni di Mairon proseguono a lungo: trema dinnanzi alla grandezza (e bellezza) di Númenor, si arrende e si lascia imprigionare, ma presto, attraverso la sua arte oratoria e i suoi oscuri poteri, ne manipola il re. In tal contesto Mairon mostra di avere ancora dei lati “positivi”: si definisce un semplice sacerdote del culto di Morgoth e presenta questi come l’amico dell’umanità, colui che ha lottato per la libertà degli Uomini. Però non ne aveva bisogno! Sarebbe stato sufficiente che presentasse se stesso come un dio caduto (cosa vera) e che presentasse Valinor come una terra in cui trovare la vita eterna. Avrebbe avuto anche più peso (seguire un sacerdote è una cosa, ma seguire un dio?), ma ha preferito fare un passo indietro di fronte alla parola del suo signore. Il gesto è ancora più eclatante se pensiamo che Mairon voleva dominare Arda, mentre Morgoth distruggerla.
(Nota: come mi è stato fatto giustamente notare, i númenoriani conoscevano la storia e le divinità, quindi forse una dichiarazione del genere avrebbe fatto sorgere maggiori sospetti; Sauron inoltre amava venir considerato un dio).

Non penso neanche che ne fosse totalmente schiavizzato, altrimenti perché, nella precedente battaglia, sarebbe fuggito in preda al terrore? Un servo sottomesso, come un Nazgûl, avrebbe fatto un ultimo tentativo.

Manda quindi allo sbaraglio l’esercito di Númenor, in modo da punire il regno che lo aveva umiliato e al tempo stesso indebolire le fila dei valar. Ma il piano scatena la potenza di Eru, che maledice l’oscuro sire: Sauron perde la sua forma divina e non è più in grado di assumere un aspetto gradevole. Che sia la cupa ombra del libro o il possente guerriero del film, il suo aspetto rimane spaventoso.

Questo, per Sauron, è un vero e proprio trauma psicologico. Molti personaggi (e questo può verificarsi anche nelle persone vere) possono subire profondi danni mentali nel ritrovarsi sfigurati. Oltre al dolore fisico, la perdita del proprio aspetto è una perdita della propria identità personale. Per Sauron è mille volte peggio, perché perde anche ciò che aveva costruito. A tal proposito, mi piace pensare che Saruman non sia stato in grado di fermare gli ent proprio perché questi stavano distruggendo le sue creazioni, e questo ha sconvolto la sua mente, impedendogli di agire.

Il trauma spezza quindi la mente di Sauron: da un machiavellico dio ordinatore si trasforma in un demone ancora più crudele. Non perde i suoi obiettivi (dominare, portare ordine e liberare Melkor), ma il suo regno diventa ancora più cupo e marcio.

Sauron trova la “morte”, ma non la pace, solo con la distruzione dell’anello. Ma sarà davvero morto? Tornerà mai un giorno? Vaga ancora per la terra?

Non si sa. La lotta di Morgoth è luciferina, ma nel caso di Sauron, ovvero un dio minore che si mescola ai mortali (questo lo rende a cavallo dei due mondi: inferiore agli dèi quanto è superiore ai mortali), si potrebbe perfino parlare di titanismo: è la lotta di una creatura che cerca di prendere in mano il suo destino ed esprimere se stessa, ma le è impossibile vincere perché i titani (i valar, che magari non agiscono di persona ma hanno devoti servitori in tutta Arda, ed Eru stesso, al quale si oppone) che ha di fronte sono troppo grandi. Eppure Sauron si rialza da ogni sconfitta, cade a pezzi per ricomporsi e inseguire un sogno irraggiungibile di grandezza e potere, anzi, di autorealizzazione.

Sebbene sia stato sconfitto, Sauron in parte trionfa: leggende e ballate canteranno di lui, diverrà il simbolo del male e del raggiro, ma al tempo stesso di forza e potere. Egli è il male che ha spinto i popoli ad allearsi e a unirsi, colui che ha messo radici in tutta Arda. Egli è uno dei collanti dei popoli, è l’estremità del ponte (l’altra è Gandalf) sui cui l’unità è stata costruita, il male che serve a bilanciare il bene e a impedirgli di cadere in uno stato d’inezia. E ci riesce da solo, mentre i maiar inviati per bilanciarlo erano cinque, senza contare quelli del passato!

Purtroppo in pochi sono in grado di vedere la grandezza di Sauron, perché molto è stato accennato, ma poco è stato approfondito.

Tuttavia, egli è ormai scolpito nella leggenda e ci resterà ancora per molto tempo!


– fanwriter91 –



5 pensieri su “Sauron: ben più che un Signore Oscuro

  1. Un articolo molto interessante! Al volo, un paio di suggestioni: 1) Su Sauron, il giudizio di Tolkien è molto preciso: in poche parole, nel Silmarillion, l’autore definì questo Spirito caduto come un essere profondamente malvagio, la cui malizia fu seconda a quella del suo padrone, solo perché per lungo tempo servì un altro anziché sé stesso. 2) Se è vero che durante la cattività a Numenor Sauron si proclamò sacerdote del culto di Morgoth, è altrettanto vero che adorava essere considerato una divinità dalle popolazioni umane della Terra di Mezzo: il «giochino», se così lo vogliamo chiamare, non avrebbe mai funzionato con i Numenoreani, perché, a differenza degli altri popoli umani, conoscevano meglio le vicende degli dei e dell’Uno, e quindi Sauron poteva «tendere la corda» con loro, ma solamente sino a un certo punto. Terzo e ultimo punto: ci fu un periodo, secondo Tolkien, durante il quale Sauron parve aver messo da parte la sua malvagità: ciò avvenne durante il periodo iniziale della Seconda Era allorché, nelle vesti di Annatar, cercò di portare dalla sua parte i Noldor allo scopo di rimodellare il mondo per renderlo più bello. Naturalmente questo piano aveva, diciamo così, già delle zone d’ombra al suo interno…però sembra evidente che Annatar fosse convinto, come tanti, che «il fine avrebbe giustificato i mezzi».

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    1. Ciao, grazie del commento e degli spunti!
      Allora:
      1) Sauron era sì malvagio, ma appunto lo è diventato (nulla nasce malvagio) e ho provato a dare una spiegazione ai meccanismi. Ho letto alcune analisi e queste si concentrano sulla sua volontà di portare ordine, ma io ho voluto focalizzarmi più sul desiderio di esprimere la propria vocazione;

      2) Intendi che Sauron non avrebbe potuto dichiararsi un dio/semidio?

      3) per me Sauron stava solo recitando

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      1. Indubbiamente Sauron cerca di imporre un suo ordine alla Terra di Mezzo. Un bellissimo volume scritto da Tolkien, ahimé inedito in Italia, dal titolo «Morgoth’s Ring» presenta un paragone fra queste due figure: mentre Morgoth dissipa gran parte del suo poter nel tentativo di distruggere la Terra di Mezzo e le creazioni di Eru, Sauron si «limita» a cercare il dominio sulle creature mortali e immortali. E in questo senso (arrivo al punto 2) credo che, stando alle lettere di Tolkien, Sauron godesse all’idea di essere considerato un dio dai suoi servi e avrebbe voluto essere considerato un saggio consigliere da Elfi e Numenoreani, che lui poneva su un piano superiore: non a caso, per le sue magie, a Numenor era noto anche con il nume adunaico – vale a dire la lingua locale – di Zigur, ossia lo stregone, quasi un ribaltamento di ciò che avverrà nella Terza Era, quando ad essere noti con l’appellativo di Stregoni saranno i 5 Maia inviati dai Valar per combattere Sauron. Per quanto riguarda il terzo punto, credo che Sauron amasse dissimulare la sue intenzioni in molteplici modi, come ho cercato di dimostrare in alcuni miei scritti, nei quali seduce sia Celebrimbor che Ar-Pharazon.

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        1. Hm, Sauron aveva quindi stabilito una sorta di “scala naturale dell’essere” (in cui, ovviamente, era in cima, o addirittura uno scalino sopra) in cui metteva i servitori in ordine di grandezza. Già questo è un gesto di considerazione (e di organizzazione).

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          1. Assolutamente sì. Sauron aveva un suo Ordine ed era quello che aveva in mente di imporre alla Terra di Mezzo. Se elfi e Numenoreani lo avessero accettato nella sua forma bella (nei panni di Annatar) tanto meglio per loro…altrimenti la soluzione era quella di raccogliere Orchi, Troll ecc. ecc. per imporlo.

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