Perché sono femminista?

[This article was also published in English.]

[Questa riflessione sulla situazione femminile in Russia è stata pubblicata nel giugno 2018 sulla pagina Facebook dei Demoni di EFP e Wattpad. Si è scelto di pubblicarla anche sul blog in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti della Donna, specialmente in seguito alla criminale invasione dell’Ucraina scatenata dal governo dittatoriale russo. La guerra è infatti una delle massime espressioni della tossicità della società patriarcale, e del machismo che vede nella violenza l’unica via per la risoluzione di tensioni e conflitti. Nella foto, donne in protesta prima delle elezioni del 18 marzo 2018 in Russia. Testo nel cartellone: “Una donna non andrà alle elezioni di partiti nessuno dei quali si cura dei suoi diritti.”]

Ho sentito parlare del movimento femminista non molto tempo fa. Infatti, non c’erano molte informazioni sul femminismo in russo, e lessi e sentii di questo movimento per la prima volta da qualche media estero. Anche adesso, in Russia si può imparare qualcosa sull’argomento solo se si conosce una lingua straniera o si ha comunque una certa istruzione in un campo affine. Inoltre, se si chiede “sei femminista?” a una persona con una visione liberale, o un omosessuale, o un accademico, ad esempio, la risposta può essere no, perché semplicemente può credere che questo non sia il più urgente problema della Russia. Può anche succedere che alcuni non credano via siano problemi relativi ai diritti delle donne. In aggiunta, a causa di ragioni storiche, non è tanto ovvio per cosa noi combattiamo come femministe.

Nonostante ciò, le statistiche dicono che le donne in Russia ricevono come salario circa il 30% in meno degli uomini che svolgono lo stesso lavoro. Ciò costringe le donne spesso a dipendere economicamente dagli uomini. Nel gennaio 2017, il governo ha abolito dal codice penale ogni sorta di punizione e condanna per molte forme di violenza domestica. Come ci si può aspettare, la maggior parte delle vittime di tale violenza sono donne (il 97,1% nel 2013), e gli uomini sono quelli che nella maggior parte dei casi le compiono (il 99,7% nel 2013). Inoltre, di frequente le donne hanno paura di andare dalla polizia o di parlare delle botte ricevute da persone a loro vicine, perché possono facilmente venir biasimate o condannate. Ciò costringe una donna a stare con un uomo anche solo per paura.

Sempre a proposito del modo in cui il governo russo tratta le donne, per via dei mondiali di calcio ci sono stati molti commenti da parte di parlamentari che pensavano di dover indicare alle donne con chi avere o no delle relazioni. Ad esempio, Tamara Pletnyova, parlamentare del Partito Comunista, ha detto: “Se [il padre] è di un’altra razza, è ancora peggio. Dovremmo far nascere i nostri bambini. Non sono nazionalista, ma comunque. So che i bambini soffrono, allora vengono abbandonati e restano qui con la loro madre.”

https://www.rferl.org/a/russian-lawmaker-pletnyova-warns-sex-foreigners-world-cup-soccer/29288609.html

In aggiunta, va menzionato un concetto sul quale ha scritto una femminista abbastanza famosa, Bella Rapoport.

Lo chiamerò “ribaltare la situazione”, e di fatto riguarda quelle piccole situazioni che viviamo ogni giorno e alle quali siamo quindi molto abituate/i al punto da non accorgercene, ma che lo stesso fanno sì che una donna sembri meno di un essere umano. Perciò, immaginate di vivere in un mondo dove gli uomini ogni giorno si sentano ricordare di come debbano preoccuparsi del proprio aspetto, perché devono trovare una buona ragazza e concludere un buon matrimonio, dove ci siano pubblicità di prostituti nelle strade, dove ogni prodotto commerciale sia pubblicizzato con la foto di un uomo seminudo, dove gli uomini abbiano il diritto di esprimere la loro opinione solo se sono belli, o dove una donna può decidere di lasciare un uomo solo perché sta un po’ prendendo peso. Questa immagine mi sembra davvero strana, eppure è la realtà per le donne.

In effetti, questo è proprio il concetto alla base del film Non sono un uomo facile, che vi consiglio caldamente di guardare.

La mia esperienza mi dice che questa diseguaglianza fra uomini e donne ci rende meno sicure e più dipendenti nei confronti degli uomini. Molte delle mie amiche erano davvero brave a scuola e avevano certamente talento, ma parecchie di loro non hanno neanche finito l’università, essendosi sposate e avendo avuto figli prima.
Nei primi anni 2000 c’era ancora speranza di rendere la Russia liberale e democratica, ma, dopo l’invasione della Crimea del 2014 (punto di partenza per lo stato di tensione permanente che ha portato alla guerra di invasione dell’Ucraina il 24 febbraio 2022), il governo chiaramente è sulla strada di abolire sempre più libertà possibili, e le donne sono quelle che maggiormente soffriranno le conseguenze di un regime autoritario.

Ci sono persone che vogliono costruire un Paese liberale e democratico in Russia, ma, fra queste, sono molte meno quelle che vogliono dare il loro supporto alle rivendicazioni femministe.

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