Per saper scrivere un libro, le due attività fondamentali sono leggere tanto e scrivere tanto.
Questa regola necessita una precisazione, perché, quando è stata formulata, non c’era il boom delle ficcine (per quanto ogni epoca abbia avuto le sue storie altamente discutibili – che ben di rado sono sopravvissute all’oblio del tempo).
L’approccio migliore è leggere libri di qualità e chiedersi: cosa li rende speciali?
Poi leggete libri mediocri (prima o poi vi cadranno nella sporta), confrontateli e chiedetevi: perché non sono speciali?
Per i secondi potrete anche aiutarvi con recensioni che facilmente troverete, anche su YouTube (ad esempio, nella rubrica #librodimelma di Ilenia Zodiaco).
Confrontate le opere, trovate le regole. Se in un libro un personaggio assiste a una rapina e decide di intervenire, allora mostra chi è. Se invece viene rapinato, allora non ha possibilità di scegliere. Una piccola differenza, un grande cambiamento.
La scelta è l’elemento essenziale per stabilire chi sono i vostri personaggi.
Lo stesso vale per stile, descrizione delle emozioni e del mondo.
È realistico che un generale abbia tanti collaboratori, ma, a livello di trama, se nessuno di loro ha un arco narrativo, appariranno pesanti. Perché mettere tre personaggi mal caratterizzati, quando potresti realizzarne uno molto interessante?
C’è il confronto tra l’eroe e il malvagio? Realizza una battaglia psicologica tra i due, non solo fisica. Deve essere il culmine della storia, non una boss battle.
Ci sono i draghi? Chiedetevi che impatto hanno sull’ecosistema del vostro mondo. Non dite tutto, potete anche mostrare un pescatore che dice “a quest’ora non si va in mare, ci sono i draghi” e guarda il mare. Da questo si capirà che i draghi cacciano lì.
Abbiate tanti maestri, ma non prendete nessuno a modello di perfezione assoluta, perché così riuscirete solo a imitarlo. Se lo imitate, nel migliore dei casi farete una copia, nel peggiore una brutta copia. Il copiare va bene solo quando siete alle prime armi oppure state buttando giù qualche bozza. Ricordatevi che le pretese del pubblico e le mode cambiano coi periodi, e spiegazioni che un tempo erano richieste a gran voce oggi sarebbero considerate infodump.
Nella revisione del vostro testo potrete affidarvi a un beta.
In parole semplici, si tratta di qualcuno che vi supervisiona la storia nella sua interezza (grammatica, stile, trama, eccetera…).
Tutti o quasi farebbero bene ad averne uno, perché un lettore esterno valuterà in modo diverso da voi.
L’ideale dovrebbe essere una persona estremamente pignola, magari anche polemica. Saprà guardare ogni minimo dettaglio, e, se ingegnoso, saprà aiutarvi a trovare una soluzione. Se possibile cercate anche qualcuno che abbia le conoscenze nel campo che vi interessa.
Un beta professionista non si accontenterà di una stretta di mano, vi chiederà qualche centinaio di euro per un romanzo, forse anche di più. Essere un professionista però non implica sempre buona qualità di consigli. Ho visto libri pubblicati che presentavano evidenti vizi, se non proprio errori. Se siete spilorci o non disponete di fondi potete pure scegliervi un amico fidato, che però potrebbe non bastare.
Qualsiasi decisione prendiate, ricordate che, se scegliete un professionista, avrete il diritto di pretendere un buon servizio (e in teoria saprà offrirvi una consulenza nettamente superiore), ma non potrete nemmeno dire “a me scrivere così non piace”. Dovete essere disposti a mettere in discussione il vostro stile e immergervi nelle regole.
Se non siete disposti a fare una cosa del genere, pensateci dieci volte prima di buttarvi. Immergervi in un mondo di regole può rendere la scrittura un’attività frustrante anziché piacevole. Farà appassire la passione, non riuscirete ad adattarvi e, fatti i calcoli, scoprirete che le spese sono maggiori degli introiti. Sì e no che riusciate a pubblicare un libro, in tal modo. A che serve accumulare stress per spendere denaro?
Approfondiremo l’argomento nel prossimo articolo: “Esiste lo stile perfetto?”
fanwriter91