Perché dovresti avere un sito personale (soprattutto se ti piace scrivere)

Non nascondiamoci dietro a un dito: per la maggior parte delle persone, “Internet” significa “quei quattro o cinque colossi che mi permettono di fare più o meno quello che mi serve”. Mettendo insieme Google, Facebook, Amazon e (neanche sempre) Wikipedia, si arriva al 99% dell’uso di Internet per l’utente medio. Affidarsi così tanto ai servizi offerti da queste aziende, famose anche per non comportarsi sempre in modo impeccabile, ha molti effetti collaterali indesiderati: gli account possono essere bloccati anche per sbaglio e senza possibilità di recupero; i servizi possono essere chiusi anche se usati da milioni di utenti; la loro linea editoriale potrebbe non essere allineata a quanto desiderato.
A tutto ciò, per fortuna, possiamo porre rimedio riappropriandoci coscientemente di ciò che condividiamo e pubblichiamo online. Il modo migliore per farlo è creare e mantenere un sito personale.

Avere un proprio sito è tuttora il modo migliore per esprimere la propria creatività senza compromessi di stile: si può scegliere di essere eccessivamente minimali oppure completamente fuori di testa; si può curare un blog su di sé o su un argomento d’interesse, come facciamo noi Demoni, oppure si può optare per un giardino digitale che cresce di pari passo con le proprie passioni; ci si può inserire in collettivi, gruppi e liste a piacere. Tutto ciò, per di più, senza sottostare alle regole bizzarre dei social: nessun algoritmo da inseguire, nessun format prefabbricato cui “bisogna” aderire, nessun numerino magico da far crescere, nessun limite ridicolo alle proprie creazioni.

«A qualcuno servono 240 caratteri per esprimersi; a me occorre un sito intero.»

Questo approccio può tornare molto utile anche per un appassionato di scrittura o un aspirante scrittore emergente. Su un sito personale non si viene penalizzati d’ufficio nello scrivere testi lunghi senza foto a intento memetico o brevi video demenziali; è piuttosto facile, poi, organizzare i propri scritti, separando gli articoli d’opinione dai racconti gratuiti e gli aggiornamenti sulla stesura dei nuovi romanzi dalle recensioni.
Ciò permette di costruirsi man mano un portfolio facilmente navigabile e con un minimo di personalità, visto che layout, font e struttura non sono imposti dall’alto uguali per tutti.

Avere un sito proprio non significa evitare del tutto l’uso dei social: il voler avere il controllo della propria arte non giustifica l’estraniarsi da community e circoli di amici e appassionati. Un approccio efficace per mediare tra i due estremi è il cosiddetto POSSE (Pubblica sul tuo sito, discutine altrove): in questo modo si salva la proprietà delle creazioni e la discussione agile tipica dei social. Ciò consente anche di mantenere una presenza online di tipo più “commerciale”, molto comoda se si progetta di uscire dalla fascia degli aspiranti e passare a quella dei (semi)professionisti.

Costruire un sito da zero può sembrare un’impresa non da poco, soprattutto se non se ne conoscono i fondamentali. Imparare le basi di HTML, CSS e JavaScript, anche attraverso semplici tutorial, è sicuramente utile, ma creare un sito con molte pagine scritte completamente a mano è inutilmente tedioso. Per ovviare a questo problema, esistono due strategie principali:

  • utilizzare un generatore di siti statici come Hugo, Jekyll, Pelican o Zola: ciò consiste nello scrivere articoli e pagine in file sul proprio computer e lanciare un programma che si faccia carico della conversione a sito secondo regole scelte dall’utente o da uno stile prefabbricato; dopodiché, occorre caricare i file generati su un servizio come Neocities o Ichi;
  • ricorrere a una soluzione tutto-in-uno come WordPress.com oppure Altervista: a discapito del grado di personalizzazione, che comunque non è male, questi servizi si prendono cura dell’hosting del sito e della gestione di articoli e pagine, lasciando all’utente il compito di popolare il sito con le sue creazioni; questa soluzione non richiede conoscenze tecniche ed è di fatto lo standard per una buona parte dei siti Internet attualmente attivi.

Benché queste operazioni non siano banali da fare, creare un sito per sé o per la propria passione è un’opzione da prendere seriamente in considerazione, soprattutto se si vuole stare al riparo da capricci e decisioni di qualche ricco magnate.

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