Avatar (Netflix), episodio 1: Aang-onia, o il remake nell’iceberg

Deduzione e Intuizione.
Ragione e Immaginazione.
Emozione e Riflessione.
Pensiero Convergente e Pensiero Divergente.
Un tempo gli elementi delle creatività vivevano in armonia, ma tutto cambiò il giorno in cui Netflix decise di fare altri soldi.

Ebbene sì, oggi il vostro fanwriter91, assieme ad altri membri di Demoni di EFP e Wattpad, recensirà la serie Netflix di Avatar: The Last Airbender, episodio per episodio!

La storia comincia con l’inquadratura di una cometa (che potenzia i guerrieri del fuoco) e una scena totalmente inventata, dove due tizi, tra cui un dominatore della terra, cercano di scappare coi piani militari della Nazione del Fuoco. Il dominatore viene catturato e scopre, con orrore, che il Signore del Fuoco Sozin

voleva che i piani finissero in mano loro per distrarre gli altri paesi dal suo obiettivo: uccidere tutti i dominatori dell’aria! (Eren approva.)

Onde farci capire che è cattivo, Sozin provvede anche a dare fuoco al povero malcapitato.

Lady R: – La serie l’ha girata Aerys il folle. –

Dopo qualche altro effetto speciale gradevole ci viene presentato Aang, esteticamente perfetto. La nota dolente arriva subito dopo: Aang sa volare!
Qui serve un approfondimento: ok, un dominatore dell’aria potrebbe volare cavalcando il vento (nella serie classica Aang amava creare una sfera di vento su cui muoversi) ma qui pare volare come Zaheer, un antagonista del sequel The Legend of Korra. Per volare è necessario un totale distacco da qualsiasi cosa sia terreno, persone comprese!
Quindi questa scena è in forte contrasto con l’essenza del dominio dell’aria.

Si procede in un modo discutibile: una serie televisiva, data la sua maggior durata rispetto a un film, dovrebbe prendersi il suo tempo per mostrare le cose importanti, anziché dirle.
Nella serie classica avevamo delle scene in cui Aang veniva separato dai suoi giovanissimi compagni, cosa che gli metteva un senso di tristezza, qui abbiamo lui che non ha voglia di allenarsi perché “fanno sempre le stesse cose” (la descrizione è rivolta ai maestri, ma il vero Aang avrebbe sfruttato l’occasione per insegnare agli amici).
L’assemblea dei monaci, tra cui spicca Gyatso, una sorta di nonno adottivo di Aang, fa un grande uso del tell: ci dicono che Aang è forte ma immaturo, ma cosa ci viene mostrato? Solo che un dodicenne è un tantino esibizionista e ci viene detto che si annoia a fare sempre le stesse cose.
Non si poteva fare diversamente?
Non so, Aang che si allena con gli altri, si annoia un po’, poi vede che un compagno è in difficoltà e allora lo aiuta? Una regola vitale, per farci capire chi è il personaggio, è mostrarcelo mentre fa qualcosa di rilevante. L’esibizione in volo è caruccia, ci mostra che è bravo, ma un protagonista deve essere più di questo. Ci dicono che è “forte, gentile e generoso” ma non ce lo mostrano.
Addirittura, Aang dice che “ama la torta alla banana e stare con gli amici” ma non ci mostrano niente del genere!

E qui c’è una nota dolentissima: in originale, Aang fuggiva dalle sue responsabilità (a bordo di Appa, il suo bisonte volante) proprio prima dell’attacco della Nazione del Fuoco, salvandosi ma mostrandoci la sua grande paura. Qui invece si allontana solo un po’ per schiarirsi le idee.
C’è un abisso tra queste scene:

  • in originale, Aang fugge per paura, mostrandoci il suo fatal flaw collegato alla trama (mancata accettazione/paura)
  • nella serie, il suo allontanarsi per schiarirsi le idee è un gesto molto più generico e meno grave. Per quel che ne sappiamo, avrebbe anche potuto accettare dopo una boccata d’aria.
    Il risultato è lo stesso, ma le motivazioni, e quindi lo sviluppo del personaggio, sono ben diversi!

Evgenij:- Insomma, alla fine Aang non si sigilla nel ghiaccio perché sta scappando mentre in uno stato di grande crisi emotiva e al contempo finisce in mezzo a una tempesta: semplicemente, era andato in giro a rinfrescarsi le idee e finisce sott’acqua con Appa. Mediocre.-

Segue l’attacco della Nazione del Fuoco, con Sozin che si trasforma in un razzo missile con circuiti di mille valvole assieme a vari soldati. Tra le differenze, ce n’è una in particolare: in originale, Gyatso moriva fuori scena, si trovava solo il suo scheletro circondato dagli scheletri dei soldati nemici.
Questo creava un interessante mistero: come aveva potuto fare una strage di soldati potenziati dalla cometa?
The Legend of Korra ha risposto implicitamente alla domanda, mostrandoci una tecnica capace di risucchiare l’aria dagli avversari, facendoli morire di asfissia.
L’ha usata sempre Zaheer contro la Regina del regno della Terra!

Shade: – Fanwriter91, non osare… –

Di certo Zaheer lasciava le donne senza fiato!

Shade (strangolando fanwriter91): – Brutto bagarospo! –

Lo scontro Netflix invece si presenta molto… generico, con una sfida tra vento e fuoco in cui Sozin ha la meglio.
Aang intanto, scoperto che il tempo sta cambiando, fa retro-front, ma viene travolto dalle acque e si autosigilla nel ghiaccio.

Questa parte si rivela deludente: io mi chiedo davvero perché cercare di aggiustare qualcosa che non è rotto. Non ho avuto nulla da obiettare sulla scena in cui Sozin prepara il suo attacco o sull’azione. Mi sono piaciute e sono state delle aggiunte carine. I problemi sono venuti sulla caratterizzazione e sul perché dei gesti.

Procediamo!
La serie ci mostra gli altri due protagonisti principali, Katara e Sokka, e PORCA MISERIA NO E POI NO!!!!

In originale Sokka era l’unico adolescente del posto, quindi ci stava che lui desse ordini… ai bambini! Qui lo vediamo che li dà anche a gente della sua età, ma ok, ci può stare, suo padre era un ex capo tribù e un guerriero di spicco. Il problema è che nel gruppo dei “guerrieri” a cui dà ordini ci sono anche ragazze. Nella tribù dell’acqua c’era la netta divisione di ruoli e Sokka, anche per questo, aveva tendenze maschiliste (senza cattiveria, affronteremo l’argomento più avanti).

Sokka e Katara ci vengono mostrati diversi dalla serie classica: Sokka è più rigido e autoritario (ci può stare dato il contesto) e Katara, che nella serie classica aveva fin da subito delle discrete doti di dominio dell’acqua, qui è mediocre.
Diversi ma accettabili.

Evgenij:- Secondo me, il fatto che Katara abbia paura a usare il controllo dell’acqua è coerente con la storia, ovvero con il fatto che la Nazione del Fuoco aveva ucciso o rapito tutti i dominatori dell’acqua della Tribù del Sud, inclusa sua madre. Questo spiega anche perché Sokka la ammonisce quando prova a usare il dominio dell’acqua, visto che teme per la sua vita.-

Segue l’incontro con Aang (che ronfava nel ghiaccio da un secolo), abbastanza fedele, e, al suo risveglio nel villaggio, la nonna di Katara e Sokka cita la classica introduzione della serie:

Acqua.
Terra.
Fuoco.
Aria.
Molto tempo fa nel mondo regnava la più completa armonia, poi tutto cambiò quando la nazione del fuoco decise di attaccare. Solo l’avatar, padrone di tutti e quattro gli elementi poteva fermarli, ma quando il mondo aveva più bisogno di lui scomparve.

Tuttavia manca la solennità del momento a causa della scarsa preparazione.
L’episodio procede in fretta: si saltano le varie interazioni tra personaggi, non ci viene mostrato il lato giocoso di Aang… la serie è permeata da un alone di serietà che ci fa sentire la mancanza di un po’ d’ironia.

The Someone (uscendo dall’ormai abusato modellino del Monte Calvo): – Sembra quasi che gli sviluppatori di questo adattamento abbiano visto l’episodio “Let’s Get Serious” di “Teen Titans GO!”, quello che percula i fan che preferiscono l’oggettivamente superiore “Young Justice”… e non abbiano capito la battuta! –

Segue una scena brevissima con Katara e Aang, dove lei trova il suo equilibrio interiore grazie alla saggezza del piccolo monaco e controlla meglio il dominio dell’acqua.

Evgenij:- Come aggiunta mi è anche piaciuta, se non fosse che dura pochissimo!-

Infatti, nell’arco di pochi minuti giunge Zuko, principe del fuoco, alla ricerca dell’Avatar.

Evgenij:- E a questo punto mi pare il momento giusto per dire che tutti gli attori sono stati scelti bene, e che costumi ed effetti speciali sono sia molto simili alla serie animata che credibili. Siamo decisamente a un livello molto più alto dell’orrendo film di Shyamalan (ma non che ci voglia molto). –

Dopo uno scontro lampo con Sokka, Zuko prende Aang prigioniero.

Evgenij:- Come nella serie animata, ciò succede perché Aang si arrende a patto che Zuko smetta di attaccare il villaggio della Tribù dell’Acqua. Inoltre, Zuko dimostra di essere onorevole perché non attacca subito il villaggio, a differenza di quello che fa nella serie animata: non che lì fosse incoerente (si può dire che fosse impaziente di trovare l’Avatar, ovviamente), ma qui è bello vedere come non vuole per forza mettere a ferro e fuoco tutto, gli basta ottenere l’Avatar, e usa la minaccia di una tale violenza solo perché i membri della Tribù dell’Acqua attaccano lui e i suoi scherani, dopo che Aang li ha messi in difficoltà.-

In breve Aang riesce a scappare, e segue una scena che mostra la scarsa coerenza: Aang volava, nella serie, con un bastone-deltaplano, che qui usa per scappare… ma se ci hanno mostrato che sa volare da solo, perché dovremmo preoccuparci quando viene colpito e precipita? Perché dovremmo vederlo che allunga la mano per recuperare il bastone? Ciò è incoerente!

Ah, anche Iroh, zio di Zuko, è sottotono: nessuna ironia, qualche bella frase, ma anche lui sembra permeato dalla tristezza.

Sfuggiti a Zuko (che insegue loro e non ce l’ha col villaggio, coerentemente con il suo personaggio), i tre si recano immediatamente al tempio dell’aria dove viveva Aang, trovandolo devastato. Qui Aang, rinvenuto il cadavere del maestro Gyatso, ha uno scatto d’ira e perde il controllo, attivando il micidiale stato dell’Avatar. Ma Aang si ricorda di due belle parole del maestro, e tac, si ripiglia.

Aang dice pure che i dominatori dell’aria si sono sacrificati per lui… ma non è vero! Non si sono sacrificati! Sono vittime, ok, ma lui non li ha abbandonati in un pessimo momento!

TROPPI ELEMENTI CONCENTRATI IN UN SOLO EPISODIO!

Questo episodio si rivela assai deludente, ma voglio che voi soffriate con noi!

Perché le recensioni degli episodi continueranno! Forse la serie migliorerà, ma anche se ciò non dovesse accadere, ci ricorderà una sacrosanta verità: che la serie animata originale di Avatar: The Last Airbender è un capolavoro!

Un abbraccio,
fanwriter91.

Nota: l’elenco degli elementi della creatività l’ho preso da Internet.

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