Avatar (Netflix), episodio 3: la banalità incarnata

L’episodio si apre con un gruppo di comparse (abitanti del Paese del Fuoco) che, convinte di essere i protagonisti della storia, tentano di uccidere Ozai, introducendosi in due secondi nella sala del trono con la complicità di una giovane soldatessa.
Purtroppo scoprono che la principessa è in un altro castello… no, scusate, che Ozai sapeva del piano e vengono subito catturati.
Come credessero di poter sconfiggere il Signore del Fuoco è un mistero. Ozai da bravo cattivo si mette a fare un breve discorso sulla gloria del paese, e si scopre che la soldatessa alleata era in realtà Azula, secondogenita nonché cocca di Ozai.
Appena l’ho vista il mio primo pensiero è stato di pizzicarle le guanciotte.

Purtroppo questa introduzione ci mostra solo che è una voltagabbana. In originale appariva su una grande nave, coi soldati che s’inginocchiavano. Aveva anche un breve scambio di parole con un ufficiale che le comunicava che la nave avrebbe tardato per via delle onde contrastanti.
“Do the tides command this ship?” Con questa celebre frase, Azula sottolineava che è lei a comandare la nave (attribuendosi quindi la superiorità sulla natura), per poi mettere in chiaro, pacatamente, che avrebbe gettato il capitano in mare, se ci fossero stati dei contrattempi. Mentre lo faceva si sistemava i capelli, segno di un lieve nervosismo.

Detto ciò, il capo delle comparse si mette a fare il classico discorso eroistico. Ozai, che si era già rotto le palle, decide di dar fuoco ai sottoposti

mentre la sua figliola, palese fan delle ultime stagioni del Trono di Spade, sorride come Danaerys.

Sapete, momenti del genere danno la possibilità di approfondire un argomento delicato (che ora presenterò in modo sbrigativo, data la sua complessità ci vorrebbero ore per dare una spiegazione decente), tanto caro al giorno d’oggi, coi tentativi espansionistici della Russia e di altri paesi. Ci sono davvero paesi che vedono nella guerra e nella conquista la propria glorificazione, e anche molti cittadini sono d’accordo. Per noi è assurdo, ma loro vengono cresciuti con ideali diversi.

Tenete presente che Avatar non è ambientato ai giorni nostri, quindi il tasso di mortalità è più alto, e qual è il modo più famoso per morire gloriosamente e lasciare il proprio segno nel mondo?

La narrazione si sposta a Omashu, dove vengono inseriti vari personaggi secondari:

  • Jet, che nelle serie era a capo di un gruppo di giovanissimi guerriglieri, e i suoi compagni (qui molti di più)
  • il Meccanico, che qui ha il nome Sai
  • Teo, suo figlio in sedia a rotelle.

Come nella serie, il Meccanico è in combutta con la Nazione del Fuoco, praticamente pagando il pizzo, mentre Jet… allora, nella serie lui e il gruppo vivevano isolati e praticavano la guerriglia, qui si addestrano e tendono imboscate alle spie del Fuoco di fronte a Omashu, ufficialmente perché la città è corrotta e il re si è perso d’animo. Fa strano vedere che il loro campo non è mai stato scoperto dai soldati della Terra.
Mentre Sokka collabora col Meccanico nello studio di vari strumenti, Katara fa visita al campo di Jet e gli parla della madre.
La scena cerca di essere commovente, ma fallisce miseramente.
Cosa ricorda Katara della madre? Che si svegliava prima di tutti e lavorava, per poi sorridere di fronte al sole. Questo è ancora… generico.

“Ricorda il sorgere del sole” le dice Jet. Quanto è banale? Non è neanche paragonabile al “praise the sun” di Solaire, perché, almeno nelle idee iniziali, il sole simboleggiva lo scopo di Solaire e al tempo stesso era il padre da cui si era separato, che era appunto associato al Sole.

Per confronto, io cosa potrei dire di mio padre? Potrei citare quella volta che, dopo avermi accompagnato all’ospedale, vide una persona che aveva l’auto bloccata a causa di una buca e del fango. Allora scese (io lo seguii) e cercammo di aiutare. Prese anche un vecchio scatolone che aveva, cercando di fare uno strato tra la gomma e il fango. Non riuscimmo a tirar fuori l’auto, ma il gesto mi colpì.
Non mi ha mai insegnato a essere furbo, mi ha insegnato che, anche se il mondo è cattivo, bisogna comportarsi onestamente e cercare di aiutare senza chiedere nulla in cambio. La ricompensa è il sapere di aver fatto, o di aver cercato di fare, qualcosa di buono.
O ancora, quando ho subito il pestaggio, lui ha urlato dietro ai miei aggressori, ma NON ha alzato un dito. Era abbastanza largo da poterli schiacciare con una mano, ma ha scelto di non usare la violenza.

Ah, ora che ci penso… ai poli il giorno e la notte dovrebbero durare sui sei mesi, giusto? Quindi Katara non avrà visto la madre sorridere all’alba così tante volte. E il sole NON è collegato al dominio dell’acqua, lo è la luna, quindi non è nemmeno un dettaglio culturale.

La frase dopo mi è piaciuta di più: “Non dobbiamo temere il nostro dolore, dobbiamo solo decidere in che modo usarlo”.

Segue una lite tra Sokka, che si fida del Meccanico, e Katara, che si fida di Jet. Quest’ultima fa la figura dell’ingenua, visto che Jet effettivamente compie attentati in città per uccidere le spie del fuoco e i funzionari corrotti. Non coincide con la serie, ma è una buona idea: Jet e i suoi sono giovani, esasperati dall’indifferenza e dalla corruzione dell’autorità, e non sanno che altro fare per combatterla. Intendiamoci, non è che si possano mettere ad alzare cartelli di protesta, finirebbero arrestati e basta.

Poco dopo Aang e Zuko (che si è infiltrato in città con Iroh) si affrontano, e quest’ultimo, in preda a uno scatto d’ira, usa il fuoco, attirando l’attenzione delle forze della Terra. Iroh, anziché fare qualcosa di sensato (tipo appiccare un mini incendio e poi scappare col nipote nel caos) prima spintona via Zuko, poi genera una super vampata e si fa inseguire. Ottimo, ora tutta la città sa di lui, e dato che ha girato le bancarelle col nipote, nessuno riconoscerà Zuko come il suo accompagnatore.

I soldati poi catturano Aang e qui finisce l’episodio.

Ah, abbiamo visto brevemente anche le due amiche/collaboratrici di Azula, ossia Ty Lee e Mai (quest’ultima è la fidanzata di Zuko): su di loro posso dire poco, ma Mai, esteticamente, non è convincente, avendo due guanciotte adorabili, quando nella serie aveva sempre un’espressione seria.
C’è da dire che dovrebbero essere delle adolescenti, mentre nella serie appaiono più come ventenni.

Che altro aggiungere? La serie risulta ancora molto generica, e non riesce, per me, a coinvolgere.

Un saluto
il vostro fanwriter91

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