Kenshiro contro la mascolinità tossica

Per quanto la serie di Kenshiro abbia elementi di profondo maschilismo, c’è da ammettere una cosa: gran parte dei villain sono stati resi tali dalla mascolinità tossica.

Questa mia breve analisi non è volta a giustificare le atrocità che gli antagonisti commettono (spesso fanno a gara a chi è il più cattivo) ma cercare di spiegare cosa intendevano dire gli autori (anche loro erano umani e facevano degli errori, a volte magari lavorando di fretta).


In ordine di arrivo:

  • Shin: secondo uno spin off, il padre, volendo crescere un figlio forte e senza freni inibitori, avrebbe distrutto tutte le immagini della madre (già morta); Shin è quindi cresciuto con vari problemi mentali e con Julia (che è percepita come madre universale e ha la sgradevole caratteristica d’innescare in tutti una sorta di complesso di Edipo, non chiedetemi come sia possibile) non ha più capito nulla;
  • Jagi: il più debole del quartetto di fratelli adottivi di Hokuto, si è riempito di rabbia e frustrazione perché non era all’altezza dei suoi fratelli, neanche lontanamente; secondo uno spin off aveva dei lati umani, ma quando dei criminali hanno stuprato e ucciso la donna che amava, il suo ultimo legame emotivo si è reciso, e di lui sono rimasti solo odio, invidia e frustrazione;
  • Juda: reso tale dall’invidia verso Rei e il non accettare di essere il numero 2 (a livello di eleganza e bellezza). Anziché lavorare su sé stesso, ha preferito distruggere gli altri;
  • Souther: allievo della Fenice di Nanto, amava tantissimo il padre. Questi lo ha fatto combattere bendato, e quando il giovane Southern (15 anni) ha scoperto di aver ferito mortalmente il genitore, è impazzito. Qui si vede la stupidità del maestro: se tuo figlio, che ti vuole un bene dell’anima, deve ucciderti per poterti succedere (è l’assurda legge), e non puoi cambiare questa legge brutale, dovresti almeno affrontare l’argomento con lui, o inventarti di essere malato per rendere la cosa meno traumatica. E invece Souther è diventato un traumatizzato ossessionato dal voler cancellare l’amore, la compassione e qualsiasi altra cosa gli faccia rivivere il trauma;
  • Kaioh, nella seconda stagione, fa una cosa simile, decidendo di votarsi completamente alle arti oscure per spezzare ogni legame affettivo. Questo accade quando la madre si sacrifica per salvare Kenshiro (a quei tempi un neonato) e il fratello di questi da un incendio, morendo nel gesto. Kaioh, per proteggere i suoi due fratelli minori, aveva anche dovuto perdere pubblicamente e farsi umiliare contro un avversario molto meno talentuoso ma raccomandato. Nella sua logica, se non avesse avuto quei legami affettivi, non sarebbe stato manipolabile.

    In conclusione: la mascolinità tossica non crea veri uomini, ma uomini complessati!

  • fanwriter91

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