L’enneagramma e i conflitti interiori

Nota: questo articolo non vi spiegherà come funziona l’enneagramma (se non a livello semplificatissimo), ma come potreste usarlo per gli archi narrativi. I personaggi di cui vi parlerò NON sono necessariamente del tipo indicato (potrei sbagliare), ma saranno usati a scopo illustrativo e come fonte di ispirazione. Il libro da cui ho attinto gran parte dei dati è Il metodo enneagramma di Ian Morgan Cron e Suzanne Stabile.


Anche i libri sull’enneagramma ammettono che tale “mappa” dei tipi psicologici è tutt’altro che perfetta.





Tuttavia, se usata saggiamente, può essere un’ottima traccia per costruire il conflitto interiore dei vostri personaggi. Questo perché il numero dell’enneagramma indica un vizio-virtù.

Tal vizio si sviluppa in base all’ambiente (solitamente entro i primi due anni di vita) ed è definito una fissazione autoimposta che impedisce di esprimere al meglio le proprie capacità. A questo vizio si contrappone una virtù, che nasce per poter affrontare l’ambiente.

Mi concentrerò sui tipi principali, perché i sottotipi sono troppi e complessi. Vi dico solo che uno di questi ha come obiettivo “superare la vergogna e ritrovare il suo onore”. Non scherzo.


In questo testo sottolineerò:
– il soprannome del tipo, che indica il pregio,
– il vizio con cui combatte,
– l’ambizione tipica, che può essere guidata sia dal vizio che dal pregio, o da entrambi, ma uno domina sull’altro, mentre all’ambizione si contrappone la paura di essere/ricevere l’opposto,
– su molti siti troverete che l’elenco comincia dall’8; ciò è corretto e io ve li preparo così per semplificare.

Offrirò anche degli esempi di personaggi. 

Tipo 1: il Perfezionista. Lavora giorno e notte e sente il bisogno di rendere il mondo un posto migliore. Ha un fortissimo senso del dovere e una volontà d’acciaio. Pignolo e preciso, può risultare superficiale. Ha il terrore di poter essere incompetente e/o immaturo.

Il suo vizio è l’Ira, non nel senso che è sempre collerico. La sua Ira è in realtà costantemente repressa, perché pensa che sia sbagliato esporla, e quando la manifesta solitamente espone una controllata irritazione o un profondo disprezzo.

Ha una voce dentro di sé che lo spinge a cercare sempre di migliorarsi e a fare tutto nel modo migliore, si fa un’autocritica spietata (si considera il maggior critico di sé stesso) ed è risentito del fatto che gli altri non si comportino allo stesso modo.

Quando dà consigli utilizza spesso i condizionali, ma solo per addolcire la pillola: dentro di sé è convinto di star dicendo la cosa giusta. 

Un Perfezionista può accettare di non poter cambiare il mondo… oppure ricorrere a metodi non considerati etici per raggiungere il grande obiettivo, altrimenti irraggiungibile. Light Yagami è un archetipo. Con lui viene Zamasu di Dragon Ball Super. Entrambi i personaggi, ossessionati dalle loro manie perfezioniste, perdono la bussola morale e finiscono per diventare ciò che tanto disprezzavano. Elemento interessante è che sono dei villain convinti di essere gli eroi della loro storia, probabilmente l’1 è il più adatto per ricoprire tale ruolo. Zamasu addirittura piange, affermando che le sue lacrime purificheranno l’universo.

Un 1 sano invece è Hermione Granger: studentessa modello, idealista, responsabile, nei libri corregge i compiti dei due compari, sente sempre il bisogno di autogiudicarsi e la sua più grande paura è il fallimento accademico. Prima di migliorare come persona, però, era estremamente polemica, una vera maestrina!

La psicologia del tipo 1 positivo è, secondo molti, incarnata dalla frase del cardinale Federigo Borromeo ne I Promessi Sposi (con questo non dico che sia necessariamente un tipo 1, solo che ne dà l’idea).

“Tale è la misera e terribile nostra condizione. Dobbiamo esigere rigorosamente dagli altri quello che Dio sa se noi saremmo pronti a dare: dobbiamo giudicare, correggere, riprendere; e Dio sa quel che faremmo noi nel caso stesso, quel che abbiam fatto in casi somiglianti! Ma guai s’io dovessi prender la mia debolezza per misura del dovere altrui, per norma del mio insegnamento! Eppure è certo che, insieme con le dottrine, io devo dare agli altri l’esempio”

Se un tipo 1 dovesse ammettere pubblicamente che “potrebbe aver sbagliato”, lasciatelo stare. La sua autocritica lo ha già massacrato. 


Ambizione tipica: essere perfetto e rendere il mondo migliore.


Tipo 2: l’Aiutante. Benevolo, comprensivo, energico, responsabile, è l’archetipo dell’eroe e del paladino, sempre in prima linea per aiutare il suo prossimo e le cause. Questo tipo si associa facilmente all’ExFJ (non sto dicendo che tutti i 2 sono ExFJ, solo che è il più classico).

Il suo vizio è la Superbia, perché ha bisogno di sentirsi d’aiuto, se non indispensabile. Dietro alla sua generosità si nasconde un bisogno ossessivo di essere amato, e nei soggetti meno sani può portare a offrire aiuti non richiesti e/o a essere invadenti. Oppure può cercare di portare tutto il peso sulle sue spalle e a non considerare le sue stesse esigenze.

Un suo arco narrativo potrebbe consistere nell’accettare di ridimensionare il proprio ruolo e di smetterla di farsi carico dei bisogni di tutti, oppure riconoscere di aver bisogno di aiuto.

Un personaggio grigio di questo tipo, invece, potrebbe sabotare una comunità perché teme di essere messo da parte e diventare superfluo o perfino inutile.

Un esempio sano di questa categoria è Kronk de Le follie dell’Imperatore. Molti considerano anche Boromir un tipo 2: devotissimo alla causa, desideroso di prendere l’Anello, ma solo per proteggere il regno, avvilito dall’essere respinto dagli eroi del passato e dal veder spuntare un “vero erede” venuto a prendersi il trono, ma sempre sensibile ai sentimenti degli altri (non a caso, nel film de La Compagnia dell’Anello implora Aragorn di dare tempo agli Hobbit per piangere la morte di Gandalf: “Concedi loro un momento, te ne prego!”).

Anche se il personaggio è caratterizzato troppo poco per confermarlo, Sailor Galaxia (anime classico) potrebbe essere un 2: lei infatti sigilla dentro di sé Chaos (il concetto stesso di male), ma questi si nutre del suo dolore e diventa più forte, finendo per controllarla. Alla fine della storia Sailor Moon frammenta Chaos, facendo sì che una sua piccola parte entri nei cuori di tutti. 

Per i malvagi, in questa categoria rientrano Lotso di Toy Story 3 (un tiranno che ha costruito una società di giocattoli di cui lui si sente il cardine) oppure Annie di Misery non deve morire. Quest’ultima fa tantissimo per il suo autore preferito, ma, quando questi non l’accontenta, reagisce in un modo, beh… un po’ aggressivo, ecco. A loro si aggiunge David di The last of us, anch’egli tiranno di una comunità in cui domina con terrore mascherato da gentilezza; da notare che spesso agisce in prima persona e lavora coi suoi uomini, sia nella serie televisiva che nel videogioco, e riesce a intuire facilmente i sentimenti di chi lo circonda con un sol sguardo. 

Risultano quindi dei villain meno usati e spaventosi. 

Anche se malvagi, i tipi 2 sono bravi a ispirare fiducia. Il loro punto debole è la sensibilità emotiva.


Ambizione tipica: essere amato ed essere molto importante per la comunità.

Tipo 3: il Realizzatore. Questo è il più facile da rappresentare nei panni del tiranno, dato che i tipi 3 sono estremamente ambiziosi. Un 3 sano però è anche un leader formidabile, caratterizzato da un’immensa efficienza. Si associa all’ENTJ.

Il suo vizio è l’Inganno. Un 3 dà più valore all’apparenza che alla sostanza, ha bisogno di sentirsi perfetto e che gli altri lo ritengano tale. Questo bisogno di eccellenza può portare a immensa frustrazione e perfino a crolli, specie se dovesse scoprire di non essere ciò che crede.

Sì, Azula è in questa categoria, e il suo essere di tipo 3 si nota in particolare quando è frustrata per quel capello fuori posto dopo un’esibizione quasi perfetta. Perché quel quasi non è accettabile. Quando viene respinta dal padre Ozai verso il finale della serie, che con quel gesto le attribuisce scarso valore (quel suo gridare “Non puoi trattarmi come Zuko!” non è solo uno scatto d’ira, ma significa che lei si sente paragonata al fratello che considera inferiore), va in crisi.

La rivelazione “non sei grandioso come pensavi” può però portare a una grande crescita interiore. Buzz Lightyear, il giocattolo che credeva di essere il personaggio che interpretava, ha un crollo depressivo accompagnato dalla meravigliosa canzone Io non volerò più. In un tentativo di dimostrare a sé stesso di essere un vero eroe dello spazio, proclama “Verso l’infinito e oltre!”, poi si getta per spiccare il volo. Fallisce, precipita, perde un braccio. Caduto in depressione, anche grazie a Woody, col quale si è legato, riesce a risalire psicologicamente, e mette le sue doti a disposizione degli altri giocattoli. Nei sequel sarà un energico e capace leader. Volendo possiamo dire che Buzz ha imparato a “cadere con stile”.


I tipi 3, solitamente, si distinguono dagli 1 perché i 3 guardano molto di più come vengono visti dalle persone. Semplificando al massimo, possiamo dire che l’1 è il massimo giudice di sé stesso, col 3 è la società. Inoltre, gli 1 reprimono l’Ira e, se adirati, si comportano comunque con contegno. 
Gli 1 sono anche più focalizzati sulle regole e, di base, sono idealisti, i 3 sono più realisti. 

Ambizione tipica: essere grandioso.




Tipo 4: il Romantico. Noto anche come “individualista”, lo è in senso buono. Solitamente si separa dalla massa e vuole essere speciale/unico in qualche modo. Spesso si autoanalizza, a volte in modo compulsivo, svalutando sé stesso e confrontandosi col passato e col futuro (“avrei dovuto fare diversamente!”). Nello stereotipo si associa agli INFP (nota: la Fi vuole autenticità, il 4 vuole essere speciale).

Tendono a rifugiarsi in mondi immaginari e idealizzare le (poche) persone a cui si legano, innamorandosi dell’idea della persona (che diventa una sorta di “salvatore/trice”), anziché della persona stessa. Un tipo 4 malsano può cercare continuamente d’ispirare compassione negli altri, fino a risultare esasperante e vittimista, seguendo il ragionamento “più soffro, più verrò amato”.

Ha spesso modi teatrali. Come l’1, tende a essere il maggior critico di sé stesso, ma mentre l’1 lo fa per puntare in alto, il 4 tende più facilmente ad autosabotarsi. Se un 4 si attribuisce varie virtù, è probabile che stia cercando, prima di tutto, di convincere sé stesso di non essere una cattiva persona. 

Le Hope delle ficcine paiono una versione distorta di questo tipo (“Lei è diversa, non è come le altre!”), e ciò si riscontra anche nel loro innamorarsi dell’immagine del bad boy che si costruiscono nella loro mente. Se studierete un po’ questo tipo, avrete dei buoni mezzi per realizzare una storia che riprende gli archetipi ficcinari… ma fatta bene.

Un esempio più sano invece è Tristezza di Inside Out oppure Catherine Earnshaw di Cime Tempestose (non letto, quindi non garantisco).

Il suo vizio è l’Invidia: il 4 si sente incompleto dentro e quindi sbagliato, gli manca qualcosa (può essere un’emozione, una virtù, un talento o altro). 


Ambizione tipica: essere speciale, unico.

Tipo 5: l’Investigatore.

I tipi 5 cercano la conoscenza nei più disparati campi perché la conoscenza dà potere sul mondo circostante e su sé stessi, permettendo loro di controllare le emozioni da cui temono di essere schiacciati. Questo porta allo stereotipo che li vede “freddi”, quando in realtà sono solo poco inclini a mostrare come si sentono davvero (la loro avarizia gli spinge a essere riservati) e necessitano di tempo per elaborarli.

Il suo vizio è l’Avarizia, non per i beni materiali (anzi, di solito sono poco interessati a queste cose, perché più beni possiedi e più risorse devi sacrificare per gestirle). Per citare la prima serie dei Digimon, Izzy, uno dei protagonisti, viene definito “avido di sapere”. Nello stereotipo si associa gli INTX.

La loro riservatezza li spinge a preferire non far incontrare amici di diversi ambiti (come hobby e lavoro) perché non si scambino informazioni su di loro.

Solitamente sono introversi: hanno poca energia sociale, ma sono eccellenti osservatori. Questi fattori, combinati, li spingono a sostituire le relazioni umane con lo studio.

Eccellono anche nell’obiettività: se il vostro beta è un tipo 5, avete fatto jackpot! (Ma vi farà soffrire, sappiatelo.)

Stando a un libro che ho letto, nell’archetipo tendono a essere fan di Star Trek e/o de Il Signore degli Anelli.

Odino di God of War Ragnarok è un classico tipo 5 malvagio: è guidato dall’ossessiva ricerca di risposte (“Hai rovinato tutto il mio lavoro! Tutto quello per cui ho ucciso! Volevo solo risposte!”) e della conoscenza che va oltre le profezie. “Devo sapere cosa riserva il futuro!” La sua dimora è umile e, rispetto ai teatrali dèi greci, vive in ambienti più semplici, al punto che lo si potrebbe scambiare per il sovrano di un grande villaggio o di una cittadina. Si ritira in isolamento pur di continuare i suoi studi sulle profezie e questo contribuisce a distaccarlo dai familiari, che vede solo come strumenti. Lo si vede spesso isolato a continuare le sue ricerche e ha pochissimi confidenti, che comunque non vede come pari. Il suo desiderio di conoscere è collegato alla comune paura della morte: lui è un dio, quindi dove va quando muore? Qual è il suo scopo? Perché esiste?

Altro esempio classico è il celeberrimo detective Sherlock Holmes. 

Non va confuso col tipo 1: mentre un 1 tende a controllare la collera, un 5 incavolato potrebbe tirarvi dietro qualcosa.


Ambizione tipica: essere utile e competente.

Tipo 6: il Fido.

Un 6 pensa sempre che qualcosa andrà o almeno possa andar male. Solitamente si dividono in due diramazioni: i 6 fobici, che seguono la logica “mi affido all’autorità per cercare sicurezza”, e i controfobici, che seguono “divento l’autorità per cercare sicurezza”; questi sono più malfidenti e temono che l’autorità cerchi di raggirare loro o i loro cari, e quindi cercano di affrontare il prima possibile la minaccia.

Il suo vizio è la Paura, impostata sul “lotta o scappa”, anche se sarebbe meglio parlare di ansia generalizzata.

Entrambi sono pieni di dubbi e spesso non sono buoni leader, perché hanno poca fiducia nelle loro capacità decisionali e tendono a sovranalizzare o analizzare troppo poco, cambiando continuamente idea.

Le loro tendenze pessimistiche li spingono a essere ottimi critici e a essere spesso pronti ai pericoli. Se organizzate un piano e un 6 non sa dirvi con esattezza cosa potrebbe andare storto, siete sulla pista giusta. Altro pregio è la loro fedeltà. 

Per gli esempi, il classico “scappa” è rappresentando da Don Abbondio de I Promessi Sposi:

Il nostro Abbondio, non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno, s’era dunque accorto, prima quasi di toccar gli anni della discrezione, d’essere, in quella società, come un vaso di terra cotta, costretto a viaggiar in compagnia di molti vasi di ferro.

Joel Miller di The Last of Us in parte è un classico “lotta”, dato il suo grilletto facile e la capacità di compiere azioni orribili, guidato da un disperato istinto di sopravvivenza e dal terrore che, se non sparerai per primo, morirai coi tuoi cari. Al tempo stesso è uno “scappa”, dato che non ha il coraggio di riallacciare legami solidi per il terrore di venir distrutto dalle perdite. Superando questa paura, riesce finalmente a ricostruire un solido legame e a ritrovare la serenità.

Ironia della sorte, Naos, un personaggio che avevo creato anni fa, era un 6: dato che da bambino dei soldati disertori avevano ucciso la sua famiglia, è diventato un soldato e cercava sempre di mantenere l’ordine e la gerarchia, perché in quelle cose trovava sicurezza, protezione ed era convinto che questo limitasse i danni agli esterni. Era anche ligio al dovere e obbediente e non ambiva a diventare nulla più che l’equivalente di un sergente. 

Ambizione tipica: essere al sicuro


Tipo 7: l’Entusiasta.

Legato alla Gola, non certo nel senso comune del termine, ma col desiderio di “divorare” continuamente esperienze positive.

Ve lo spiegherò portando ad esempio il Gatto con gli Stivali, dal film L’ultimo desiderio (non giudico le altre versioni).
In primo luogo, il Gatto vive in modo sconsiderato, sacrificando ben otto vite, tutte in modi diversi. Questa ricerca di emozioni è tipica dei 7, che vogliono cancellare ricordi dolorosi o un senso di privazione cronico. 

Tratta tutto con ironia per sfuggire ai pensieri negativi (“Ritirami? Sei anche il comico del villaggio?”, “Sono il Gatto con gli Stivali! Rido in faccia alla Morte!”), pianifica sempre avventure al punto tale che non ha il coraggio di sposarsi con la gatta che ama (i 7 odiano sentirsi “bloccati”, e spesso confondono blocco e limitazione).

Risulta narcisista (non maligno, sia ben chiaro).

L’atteggiamento del Gatto suscita le ire della Morte in persona, precipitandolo nel terrore una volta braccato da essa, fino a quando, grazie alle esperienze, non decide di rinunciare alle nuove vite per vivere al meglio l’ultima. Questo si riassume nel processo di maturazione tipico dei 7: accettare la vita com’è anziché come vogliono che sia.

Poi, potrebbe essere una coincidenza, ma i 7 percepiscono degli abbandoni nel loro passato, e infatti, nel primo film, il Gatto era un orfano che fu tradito dal suo migliore amico e questo portò una rottura con la madre adottiva e l’intera comunità (questi eventi di solito si verificano nell’infanzia, ma qui parliamo di film scritti a distanza). Nei film precedenti il Gatto era anche uno spirito libero sempre in cerca di RISPETTOSE sveltine (diceva “Non ti dimenticherò mai, Margherita!” a una gatta con cui aveva appena dormito, ma era il nome sbagliato).

Essendo sempre in cerca di avventure, i 7 tendono a non viverle appieno, perché ne pianificano altre anziché assaporare il momento. 

Archetipi 7 sono anche Nora di RWBY o Sailor Venus (questo lato si vede meglio nelle stagioni dopo la prima).

Ambizione tipica: evitare il dolore e inseguire la felicità (il problema è che cerca di evitare il dolore anche quando lo dovrebbe affrontare).






Tipo 8: lo Sfidante. Fin dall’infanzia dimostrano un notevole spirito d’iniziativa e sicurezza (nel libro Il metodo enneagramma una bambina di cinque anni voleva aiutare la maestra in cambio di una paghetta e aveva chiesto un colloquio con la preside).

Quando sono sani, i tipi 8 diventano leader carismatici, focalizzati sul fare. Non sono affatto tipi da piangersi addosso o da giustificarsi (anche in caso di errore) e hanno problemi a esporre il lato tenero. Odiano profondamente quando qualcuno mente, anche se per evitar loro un maggior dolore. Sempre sul libro è stato riportato il caso di una madre che ha ammesso alla figlia che, dopo un incidente, “aveva un aspetto orribile”. Questo perché l’8 pensa di poter controllare la situazione se ha tutte le informazioni corrette, mentre se sono false non può organizzarsi correttamente.

Il modo migliore per ottenere le simpatie di un 8 è saperlo sfidare. Per loro il conflitto verbale è letteralmente un modo d’interagire e sarebbe capacissimo di scatenare un flame semplicemente perché si annoia.

Di base sono vendicativi, amanti delle sfide e degli eccessi. Un 8 malsano vede facilmente il mondo come una giungla in cui l’unico modo per non essere dominato è dominare gli altri o avrà il terrore di mostrare i lati teneri, perché così potranno ferirlo o ingannarlo.

Tuttavia, un 8 sano ha l’istinto di difendere gli svantaggiati (al punto che in inglese è chiamato “protettore”), ma manterrà un atteggiamento che può sfociare nell’arroganza. Se si convince di aver fatto un torto a qualcuno di cui è caro, lavorerà duramente per scusarsi.


Il suo vizio è la Lussuria. Ambizioso e amante del conflitto, perché si relaziona così, questo tipo ama chi sa tenergli testa. Si pensa erroneamente che questo tipo brami il controllo degli altri; in realtà, sebbene ami gestire le cose, il suo grande desiderio è NON essere controllato. 

Un esempio è Cinder Fall di RWBY, che cerca il potere, teoricamente per non essere controllata da nessuno (sì, ok, la storia fa comunque acqua, ma guardiamo il punto). Per molti anche Gilgamesh di Fate è un tipo 8.


Ambizione tipica: non essere controllato/ferito.

Gli 8 possono sembrare simili ai 3. Gli 8 però NON tendono a paragonarsi agli altri e non hanno bisogno della considerazione altrui. Inoltre, hanno meno timore di sbagliare.  I 3 vogliono il successo e sono più laboriosi, gli 8 non essere controllati e sanno rilassarsi più facilmente. Inoltre un 3, se non ha da guadagnarci, non si getta in un conflitto.




Tipo 9: il Pacificatore. Vede una parte di sé in tutti gli altri tipi: se malsano, questo lo porta a disconnettersi da sé stesso (non capendo quali sono i suoi veri desideri) e ad avere gravi problemi di autostima, se sano può sfruttare questa capacità per capire e validare tutti i punti di vista.

Amante della quiete, sa come rilassarsi, e per quanto sia spaventato dai cambiamenti, si sa adattare facilmente. Non ama farsi notare a causa della forte introversione. A ciò si aggiunge una spiccata sensibilità.

Nei casi malsani più estremi tende a isolarsi da tutto e tutti, spesso stando rintanato da qualche parte in uno stato di letargia.

Il vizio è l‘Accidia, non fisica ma spirituale. Questo li porta a non considerare i propri punti di vista e tanto meno a esprimerli, perché temono che questo possa portare a conflitti inutili e dannosi. Tendono anche a reprimere la loro rabbia, ma in modo diverso dagli 1: gli 1 la reprimono perché la vedono come immatura e una dimostrazione della mancanza di controllo, i 9 per i conflitti a cui può portare; ciò può però degenerare in improvvise esplosioni.

Possono sembrare dei tipi 4, ma sono molto diversi: il 4 malsano annega nelle sue paure, il 9 ne fugge in modo compulsivo e sa staccarsi facilmente dalle persone che lo fanno soffrire, inoltre… nel mondo dei tipi 9 tutti hanno un lieto fine, i 4 sono più tragici. 

Si possono scambiare anche per dei 2, tuttavia i 9 sono meno focalizzati sul raggiungimento dei propri obiettivi, sono meno attivi come aiutanti (i 2 invece si sovraccaricano), hanno maggior paura del cambiamento (i 2 invece lo possono portare facilmente). 

I 9 preferiscono conformarsi, senza cercare di eccellere/distinguersi.

In questa categoria dovrebbero ricadere (sono veri archetipi) Hinata Hyuga di Naruto e Fluttershy di My Little Pony. Da notare che Fluttershy si prende cura di animali di varie specie e tiene delle sedute per aiutarli a vivere in armonia, facendo anche da pacere nei loro conflitti e cercando risoluzioni/compromessi.

Ora mi rivolgo ai fan di Naruto che sono rimasti delusi dal mancato sviluppo (o declino) di Hinata: ve la immaginate a fare d’ambasciatrice durante l’alleanza dei ninja, a cercare compromessi o risoluzioni? Esempio: Il paese A e il B vogliono un territorio, lei approfondisce, scopre che lo vogliono per motivi diversi e cerca di far avere a ognuno la parte che desidera, lasciando l’altra al rivale; oppure, se due eserciti non sono disposti a collaborare, si decide di farli agire per via differenti e combattere su altri fronti. Quanto sarebbe stato interessante? 


Ambizione tipica: evitare il conflitto.

Nota bene: il tipo enneagramma può, apparentemente, variare. Per esempio, un tipo in crisi può somigliare a un altro. Quindi non schematizzatevi e prendete tutto come una traccia ispirativa!

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