Le Perle di Danger – Perla #14: Altre descrizioni, ancor più belle!

Danger’s Back 2“, capitolo 1.

Kelsey, abbandonata da Justin al termine della storia precedente, ritorna mestamente a casa dai suoi genitori.

Per farci capire come si sente, l’autrice si esibisce in questa roba.

Non so nemmeno come chiamarla, scegliete voi un termine.

Stepping through the front door, Kelsey timidly peeked through her lashes at the familiarity of her parent’s house, everything still the same as she remembered.”

(“Attraversando la porta principale, Kelsey sbirciò timidamente attraverso le sue ciglia alla familiarità della casa dei suoi genitori, tutto sempre lo stesso come lei ricordava“)

“Guardare attraverso le ciglia” non va inteso alla lettera (significa “guardare di sottecchi”), ma la nostra Adriana usa questa espressione talmente tante di quelle volte che non posso fare a meglio di immaginare i suoi personaggi (sia maschi che femmine) con le ciglia che letteralmente sbarrano gli occhi, in una specie di caso estremo di congiuntivite…

“Nothing was touched; the white leather couches still placed in the shape of an L facing the television screen perched on the white painted mantel to match evenly with the beige walls.”

(“Niente era stato toccato; i divani di cuoio bianco sempre posizionati a formare una L che fronteggiavano lo schermo del televisore posto sulla mensola del caminetto dipinta di bianco per abbinarsi alle pareti beige.”)

Beige e bianco è un accostamento di colori che può andar bene, non ho nulla in contrario.

In compenso, quel televisore (anzi, lo SCHERMO del televisore) appollaiato sulla mensola del camino mi preoccupa non poco. E’ praticamente il luogo più precario su cui appoggiare le cose, e questa famiglia di imbecilli va a metterci il televisore. Mi immagino il contrasto di luce in inverno quando devono guardare sia lo schermo acceso che il fuoco uno sopra l’altro…

“Same rosewood coffee table decorated with the daily newspaper and remote control on top.”

(“Stesso tavolino da caffe’ in legno di palissandro decorato con il quotidiano del giorno e telecomando sopra.“)

Decorato. Certo.

Di solito i tavolini si decorano coi centrini della nonna o i vasetti di ceramica contenenti le piante grasse… Adriana no, Adriana DECORA i mobili con il telecomando e il giornale. Contenta lei.

Ma il bello arriva adesso!

“It was almost surreal to her as if she were stepping foot in a time warp and she was sixteen all over again. Same brown eyes peeking innocently through the lashes decorating her cheeks every time she blinked…”

(“Era quasi surreale per lei come se stesse mettendo piede in un vortice temporale e lei fosse di nuovo una sedicenne. Stessi occhi marroni che sbirciavano innocentemente attraverso le ciglia che decoravano le sue guance ogni volta che sbatteva le palpebre…“)

“Stessi occhi marroni”, e grazie al cazzo, gli occhi non cambiano colore con la pubertà!

“Che sbirciavano innocentemente”, ma innocente cosa, che già da sedicenne Kelsey era una volgare rompicoglioni!

“Le ciglia che decoravano le sue guance ogni volta che sbatteva le palpebre”. Quindi Kelsey a sedici anni si metteva le ciglia lunghe cinque centimetri come le ballerine del carnevale di Rio.

“…her hair sprawled over her shoulders in waves, converses adorning her feet, and a t-shirt hugging her body.”

(“…i suoi capelli distesi sulle sue spalle in onde, converse che adornavano i suoi piedi, e una t-shirt che abbracciava il suo corpo.“)

Capito, bambini? Le scarpe non coprono i piedi, li ADORNANO. E le magliette non avvolgono il busto, lo ABBRACCIANO.

Inoltre, siccome la descrizione fisica termina qui io posso benissimo pensare che Kelsey abbia la patata al vento, visto che Adriana si è scordata di dirci che cosa indossa sulle gambe.

Ecco, questo è uno dei rari casi in cui una foto sarebbe preferibile alle descrizioni.

(Reazione di Evgenij.)

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