Sailor Galaxia e i malvagi comprensibili

Il nuovo film di Sailor Moon Crystal è uscito da poco. Rispetto alla versione manga presenta alcune differenze, in particolare hanno aggiunto il passato tragggico di Galaxia, una delle cattive della storia.

Da queste immagini, possiamo capire che Galaxia era nata debole su un pianeta violento. Il pericolo le ha permesso di risvegliare i suoi poteri di guerriera, e ha cominciato a vagare alla ricerca di un mondo che fosse degno di lei.

Fin qui ok. Peccato che abbia deciso di diventare lei stessa una dispensatrice di morte e distruzione!
Se ti hanno fatto del male e tu, in risposta, fai le stesse cose che ti hanno fatto, oppure peggiori (prego notare come strangoli Sailor Moon), è difficile empatizzare.
Dato che il resto è stato lasciato inalterato, Galaxia:
– è inutilmente crudele
– definisce “spazzatura” i deboli, pur essendolo stato lei stessa (secondo i suoi criteri)
– dice che i rifiuti rimangono tali fino alla morte, ma dato che lei lo era e poi è diventata forte (può essere morta solo simbolicamente) il ragionamento non sta in piedi
– ovunque vada porta solo distruzione e al limite recluta delle sottoposte da usare come giocattoli
– non ha remore nel fare del male a chi è felice.
Potremmo ipotizzare che soffra di qualche disturbo di personalità, ma ciò richiederebbe una forte analisi, che non c’è e non poteva esserci (è il Crystal, dai).

In pratica è diventata ciò che le aveva fatto del male, anzi, peggio. Nel finale poi cambierà completamente prospettiva perché Sailor Moon le salverà la vita.
Capite? Cambia istantaneamente o quasi per un semplice gesto! Il che vuol dire che per almeno 200 anni in cui ha vagato per la galassia non ha mai trovato nessuno che le facesse un gesto gentile.
Perdonate la superficialità, ma io la trovo bellissima… e mi dicono che nessuno ha mai fatto gentilezze a una vera e propria dea?

Tutto questo rende quest’aggiunta un ottimo esempio di pessima scrittura.

Quindi mi sono chiesto: come si fa a far empatizzare con un personaggio che ha seguito lo schema “il mondo è crudele, quindi sono diventat* il villain”?

Le categorie si possono mescolare tra loro.

1) Il Sopravvissuto: in questa categoria rientra Kaz di Sei di Corvi (potenzialmente entra nella terza, dipende come affrontiamo il concetto), il Mastino del Trono di Spade e, se lo avessimo visto nel suo passato oscuro, Joel di The last of us. Non si tratta di qualcuno che fa del male per sadismo, ma guidato dal desiderio di sopravvivenza. Il mondo è malvagio, e quindi si adatta ai servizi che sono richiesti: contrabbandiere, ladro, assassino, brigante. A volte non sa nemmeno in che altro modo vivere, proprio perché non ne sarebbe capace. Può perfino giustificare le sue azioni, come fa il Mastino nella serie del Trono di Spade, quando deruba dell’argento un gentile paesano che si era offerto di aiutare. Nella sua ottica, il paesano morirà durante l’inverno per via del poco cibo, quindi non se ne fa niente dell’argento.

2) Lo Spaventato: Vergil di Devil May Cry è l’esempio perfetto. Il mondo è crudele e quindi cerca il potere per non essere più una vittima, e per poter avere il potere, nella sua ottica, è necessario immergersi nel lato demoniaco. Allo stesso modo i legami affettivi possono essere usati contro di te. Il potere serve per colmare il senso di vuoto e sfuggire alla paura.
Forse gli sceneggiatori del Crystal hanno cercato d’infilare Galaxia in questa categoria, ma Vergil viene visto come un ragazzo che è morto dentro, apatico, salvo qualche occasionale momento in cui pare sforzarsi di essere diverso. Vergil è anche infinitamente più giovane, e va detto che lui è diviso tra due mondi: quello umano e demoniaco, quindi è fattibile che sviluppi dei problemi d’identità personale.

3) Il Boss: Raoul, il Re di Hokuto, è un esempio. E’ la versione potenziata del Sopravvissuto, che non solo si è adattato al sistema violento, ma lo ha dominato. Nonostante sia il villain, ha reso il sistema meno brutale (tranne che nei confronti dei dissidenti politici). Un boss non diventerà un eroe, ma incarna il concetto di male minore. Il Boss stesso teme che, mostrando lati più benevoli, verrà tradito/spodestato. Kaz del già citato Sei di Corvi può rientrare qui, e il suo essere migliore di molti altri si evince dal suo motto: “Un patto è un patto”. A differenza di altri signori del crimine, lui non viola mai gli accordi.

4) L’Ossessionato: il Conte di Saint Germain di Castlevania è un esempio. Ok, non empatizzo troppo col fatto che sia pronto a mettere in pericolo il mondo/il multiverso/quello che è per ricongiungersi con la donna che ama (scomparsa a causa di una sorta d’incantesimo), ma capisco il senso di frustrazione.

Lui è partito come un brav’uomo, ma ovunque andasse non riusciva a trovare qualcuno che lo aiutasse (reagivano con ostilità). Il non riuscire a trovare soluzioni e trovare tutte le vie sbarrate, al punto che perfino la terza opzione fallisce, alla lunga mette un senso di frustrazione che porta a un deterioramento cognitivo. Il soggetto ha un pensiero fisso che gli serve per non crollare definitivamente.

Anche il Dottor Strange, in una versione in cui è la sua donna che è morta, si ritrova in una situazione paradossale: torna indietro nel tempo di continuo, ma qualsiasi cosa faccia, lei muore lo stesso, perché è la morte di lei che lo ha indirizzato allo studio della magia! La sua morte è un assoluto che non può essere cambiato neanche da entità cosmiche. Arrivasse il Diavolo in persona, e nemmeno lui saprebbe che pesci pigliare.
Strange allora assorbe il potere delle creature maligne (sporcandosi l’anima e quindi avviandosi al lato oscuro), poi passa ad altre entità più benevole, e ancora non ci riesce.

Questo porta a un senso di frustrazione che ti distrugge dentro, perché ti senti letteralmente beffato dall’universo (è come se le leggi della realtà cambiassero per remarvi contro!), e proprio l’universo inizia a collassare dinnanzi alle sue azioni. Quindi in teoria ha pure preso/superato il potere di divinità che resusciterebbero qualcuno con uno schiocco di dita. E invece niente!

Esiste anche una canzone che interpreta il suo pensiero:

https://www.youtube.com/watch?v=PkvX-yGYJSI

“non c’è niente di male se prendo un po’ di energia oscura”

“se abbiamo tenuto questo tomo d’incantesimi servirà a qualcosa!”

“occhio di Agamotto, non puoi essere così malvagio!”

“Cambierò questo assoluto!”

Quindi si nota una sorta di idealismo deviato: un autoconvincersi di non star facendo nulla di orribile, e al tempo stesso dimostrare che il Destino non è prestabilito.

4 bis) Il Vendicatore è una sottocategoria dell’Ossessionato: Kratos di God of War, Ellie di The last of us 2 o Thorfinn di The Vinland Saga sono degli esempi famosi. Come dice il nome, insegue la vendetta e compie azioni orribili. Quella che dobbiamo vedere, però, non è un glorioso atto di giustizia, ma una sete di violenza che fa sprofondare sempre di più.

Cosa farà una volta ottenuto ciò che cerca?

Diventerà una persona migliore? Impazzirà? Diventerà il male assoluto?

5) Il Superficiale: si tratta solitamente di un dio che guarda il grande schema delle cose. Può aver tentato d’insegnare all’umanità e altre divinità l’etica, ottenendo solo fallimenti e frustrazione.

Un esempio è Zhen Chan di Feng Shen Ji: lui è così frustrato da questa mancanza di rispetto verso i valori che ha incanalato la sua frustrazione e creato un vero alter ego oscuro, di cui ha vergogna. Non compie direttamente azioni malvagie, ma lascia che l’umanità venga oppressa dagli dèi, anche perché pensa che l’oppressione sia la via scelta dagli umani.

Il suo errore è guardare il grande schema delle cose, non considerando i piccoli gruppi. Tuttavia, appena ha la prova di essere in errore, subito cambia comportamento (se non siete dei giovanotti, Zhen Chen è una sorta di evoluzione di Shaka di Virgo di Saint Seiya).

6) L’Infiltrato: Askeladd di The Vinland Saga è un esempio. Si infiltra tra le fila di un popolo nemico del suo, favorisce conflitti interni, guida uomini che disprezza (salvo alcuni che cerca di indirizzare su altre vie). Uccidendo il padre del protagonista non sta facendo altro che svolgere il suo ruolo da infiltrato. Non è certo un eroe, ma le sue motivazioni sono comprensibili.

Ci sono sicuramente altri esempi che mi verranno pian piano, ma il dettaglio che li unisce è uno: provare affetto/rispetto per qualcuno o un qualche ideale.

Gli altri dettagli, non necessari ma utili, sono:

  • la possibilità di cambiamento
  • essere messi a confronto con persone peggiori di loro.

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